Bello volare, mi trovo in luogo fuori
dallo spazio e dal tempo da voi conosciuti.
Scivolo tra i cieli vibranti di energia
e sorvolo una distesa azzurra, dove dei picchi durissimi sorgono alti
qua e là.
Eccolo lo vedo, laggiù: la sua figura
alta e marrone, ruvida anche da lontano.
Scendo silenzioso, mi nascondo tra due
sporgenze alla base di un picco azzurro, e attendo paziente e in
silenzio.
Deve aver perso tempo per fare qualcosa
perché impiega troppo tempo per passare di qui, poi finalmente lo
sento; i suoi passi da sordi.
È davanti a me, non si è accorto
della mia presenza.
Un lampo scintilla dalla piuma sotto il
mio manto in testa; come grosse e dure briciole parte di sé si
sgretola con un sordo urlo.
Le sue possenti braccia su di me,
stringono, una forza indescrivibile, ma non basta a stritolare il mio
corpo, che non cede!
Sono stanco di aspettare una fine che
non arriva e non deve arrivare, scelgo la via più logica; mentre la
presa stringe di più, la bruna figura si ritrova a stritolare un
manto che è tutto ciò che resta del suo avversario.
Cade a terra il manto, esulta il mio
avversario, poi incuriosito solleva il manto ammucchiato a terra,
vuoto.
Rimane perplesso, perplessità che gli
costa caro; un colpo velocissimo e silenzioso, dal nulla, gli
fracassa il capo, facendolo cadere esanime e sbriciolando il suo
corpo marrone, forse senza nemmeno rendersi conto della sua
sconfitta, della sua fine.
Raccolgo il manto, riassesto al mia
forma e volo tra i picchi azzurri verso la terra, devo sbrigare molte
cose lì.
Vox
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