giovedì 24 novembre 2011

Missione ai "Picchi Azzurri"

Bello volare, mi trovo in luogo fuori dallo spazio e dal tempo da voi conosciuti.

Scivolo tra i cieli vibranti di energia e sorvolo una distesa azzurra, dove dei picchi durissimi sorgono alti qua e là.

Eccolo lo vedo, laggiù: la sua figura alta e marrone, ruvida anche da lontano.

Scendo silenzioso, mi nascondo tra due sporgenze alla base di un picco azzurro, e attendo paziente e in silenzio.

Deve aver perso tempo per fare qualcosa perché impiega troppo tempo per passare di qui, poi finalmente lo sento; i suoi passi da sordi.

È davanti a me, non si è accorto della mia presenza.
Un lampo scintilla dalla piuma sotto il mio manto in testa; come grosse e dure briciole parte di sé si sgretola con un sordo urlo.

Le sue possenti braccia su di me, stringono, una forza indescrivibile, ma non basta a stritolare il mio corpo, che non cede!

Sono stanco di aspettare una fine che non arriva e non deve arrivare, scelgo la via più logica; mentre la presa stringe di più, la bruna figura si ritrova a stritolare un manto che è tutto ciò che resta del suo avversario.

Cade a terra il manto, esulta il mio avversario, poi incuriosito solleva il manto ammucchiato a terra, vuoto.
Rimane perplesso, perplessità che gli costa caro; un colpo velocissimo e silenzioso, dal nulla, gli fracassa il capo, facendolo cadere esanime e sbriciolando il suo corpo marrone, forse senza nemmeno rendersi conto della sua sconfitta, della sua fine.

Raccolgo il manto, riassesto al mia forma e volo tra i picchi azzurri verso la terra, devo sbrigare molte cose lì.

Vox

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