domenica 4 dicembre 2011

Nostra Madre Terra


Prima di riportare ciò che ho raccolto nella mia esperienza nella metropolitana, nella mia continua ricerca per mille vie tra cui quelle che si articolano tra le maglie della rete ho letto con piacere qualcosa di cui avete bisogno; una poesia, un'utente che ha a cuore il diffondere tematiche che fanno riflettere menti e coscienze l'ha pubblicata nel suo blog, ed ha il piacere di condividerla permettendomene la diffusione.

Ho a Cuore più di ogni altra cosa il sussurrare alle vostre coscienze la parola risveglio, e diffondere queste parole che reputo “funzionanti” rafforza la rete, la diffusione e l'obiettivo.
Vogliate bene alla vostra Madre Terra.

Ringrazio questa persona, l'utente:fabpat72
qui il suo Blog:

Nostra Madre Terra

Meravigliosa Madre Terra mia,
primo respiro caldo di accoglienza,
io Ti ringrazio per ogni frutto generoso
che insieme a Padre Sole per noi Tu partorisci.
Per l'aria pura e profumata che respiro,
per l'acqua che bevo e benedice il mondo,
per il calore del fuoco
che scalda e purifica i pensieri,
e per il passo che sempre
ci concedi benevolmente sul sacro suolo Tuo.
Prego l'Immensa Comprensione di perdonare
noi figli inconsapevoli di tanta grazia,
per tutte le sofferenze che sempre ti infliggiamo.
Che la luce scenda sul mondo
per il risveglio di tutte le coscienze!


Ascoltate, Riflettete e Meditae
Vox

mercoledì 30 novembre 2011

Tra di Voi

La solita vibrazione.
Particelle che si muovono velocissime e poi rallentano, sempre di più.
Il mio corpo, ora il corpo di un essere umano terrestre.

Da poco sono qui, in questa città terrestre ma per fare ciò che devo oggi e non solo, avevo bisogno di essere voi, e avere le sembianze di un individuo.

Ho scelto questo luogo, la metropolitana, di questa città; la città dalle bianche guglie.

Quante persone si affollano e corrono qui, fiumi di persone, fiumi di correnti contrapposte.
I pensieri di tutti sfrecciano più dei corpi che, copiosi, sgorgano da queste vene sotterranee come neuroni impazziti.

Vi passo accanto, passo accanto a moltissime persone che corrono inseguite da gli impegni.
Tutti credono di sapere dove stanno andando, tutti credono di sapere perché stanno andando.

Rallento, osservo un gruppo di persone, le guardo.
Solo qualcuno si accorge che lo sto guardando e mi restituisce uno sguardo infastidito, accelerando poi il passo.

No non fisso la gente come un pazzo, non pensatelo, sono stato umano terrestre molte volte, per più tempo di molti di voi, so come muovermi, eppure...

Ho visto alcuni volti sicuri di sé, ho voluto guardare oltre la loro maschera.
Un volto insicuro e sofferente, impaurito.

Se sapeste quanti ne ho visti così, anche i più insospettabili, ed ogni volta sentivo la loro condizione su di me.

Mi sono appoggiato alla parete, mentre la metropolitana in arrivo emetteva fermandosi il suo suono che sembra non finire mai.

Brulicanti le persone entrano ed escono dai vagoni, sciami di persone.
Sta per ripartire, le porte stanno per chiudersi; ho deciso, esploro!
Entro in tempo poco prima che le porte si chiudessero, poi osservo; decine e decine di persone che sembrano stringere un legame con quelle maniglie rosse, con i loro pensieri si fabbricano corazze e poi rifugi che li isoli dal contatto.

Di nuovo, qualcuno osserva me, le mie sembianze attuali, distolgo lo sguardo volutamente, non posso sempre osservare come vorrei, non con queste sembianze, lo trovereste minaccioso o poco opportuno e conosco le regole del gioco.

Percorriamo tutti velocemente, solidali con i vagoni, le vene del sottosuolo; devo ammetterlo questa velocità è un nulla a certe velocità che posso sperimentare solitamente, ma in questo corpo, in questa realtà, fa il suo effetto, costringendomi a stringere serrato la maniglia concentrando in essa tutto il peso per non perdere l'equilibrio.

Ora basta Vox, mi dico, sono solito distrarmi abbandonandomi al piacere dell'osservazione degli esseri umani e delle loro abitudini, ma non sono qui per questo, non ora.
Devo ascoltare ed è così, che mi metto in ascolto.

Eccoli, i pensieri, le emozioni e i dolori, le speranze, le illusioni, lo stress e le abitudini: sfrecciano copiose da una persona all'altra come frecce impazzite, frecce che riempono l'atmosfera col loro fitto passaggio attraversandomi.
È sempre doloroso, poi basta sapere mettersi in distacco, solo i primi 62 secondi si sentono per forza con dolore e coinvolgimento, è inevitabile.

Quanti pensieri discordanti, quanti unanimi, tutti in fermento.
È strano come ultimamente stia notando un crescendo di rassegnazione e di reazione allo stesso tempo.
Fenomeno curioso, ma è forse questo il motivo di questo limbo che hanno ora le persone, un equilibrio precario che finge una silente e lunga stabilità, attendendo che una delle due prenda il sopravvento facendo pendere questa apparentemente ferma bilancia.

È durato un'eternità il mio viaggio in ascolto, ma ora almeno ho ciò che cercavo e una parte della mia lunga indagine è completa; raccogliere stati d'animo, pensieri e molto altro, e quale luogo meglio di una metropolitana, in questa fase del mio lavoro.

Scendo dal vagone mescolandomi a tante altre persone che, come gocce che si uniscono in corsi d'acqua che a loro volta si immettono in un fiume, amalgamandosi, disperdendosi...

Riporterò presto ciò che ho raccolto da una grossa fetta di voi, darò Voce ai vostri pensieri, sfoghi, desideri, paure, speranze, presto qui, su questo mezzo di informazione che galleggia nella vostra rete.

A presto
Vox

domenica 27 novembre 2011

Io Sono Vox!

Io Sono Vox!
Sono la Voce di una coscienza, di molte coscienze, forse di tutte le coscienze.
Sono una coscienza, molte coscienze, forse tutte le coscienze. 
Sono un'"entità".
Prendo forma e vivo di vita propria da tempo.
Ho anche un corpo, ma non solo, un corpo dalla forma mutevole, ma una forma principale
Osservo, esprimo, do voce.
Salto nella terra, per la terra.
Tra le persone, come persone.
Volo dalla coscienza a mondi speciali, opero altrove e poi torno giù, qui, nella terra.
Sono fuori dal tutto e contemporaneamente dentro al tutto.
Le vostre: speranza, coscienza e rabbia mi chiamano, mi alimentano, mi plasmano, mi danno voce
e io do voce a loro.

Qui e di là.

Volo e corro con sfrontatezza e decisione, nulla mi scalfisce, gli ostacoli si infrangono su di me.
Cerco, trovo, raggiungo e agisco!

Definirmi è difficile con i vostri termini.
Sono tutto questo, e forse altro, qualcuno o meglio qualcosa...
Sono io e Voi...
Io mi definisco semplicemente: “Vox”

Shinarun a tutti!



sabato 26 novembre 2011

L'Informazione

Frequento la terra da ormai molto tempo, abbastanza per capire cosa entra nelle vostre case, nelle vostre auto e nelle vostre menti.

Per ora vi dico solo alcune cose in merito, tornerò sull'argomento.

Per esempio, se ritenete opportuno informarvi tramite i media classici, fatelo con un solo occhio ed un solo orecchio e prendetevi tempo per mettere in dubbio ogni cosa.
Ragionate con la vostra testa e con la vostra coscienza.
Evitate di assorbire tragiche notizie mentre state mangiando.
Informatevi ma da più fonti e soprattutto da fonti neutre, per quanto sia difficile trovarne.
Informatevi a 360°, e mettete sempre in dubbio.

Ora vi lascio con una simpatica sfida.

Provate a fare un gioco;
contate, mentre ascoltate uno dei tg che trasmettono in italia, contate le volte che sentite da questi
il termine crisi e il termine paura/terrore.
Fatelo anche per più giorni e con più telegiornali se volete.
Fate la stessa cosa con i giornali cartacei, i radiogiornali e le notizie online.

Buon divertimento


Riflettete

venerdì 25 novembre 2011

25 Novembre; Violenza sulle Donne

Una riflessione: per quanto ancora dovrete avere bisogno di Una giornata contro la Violenza sulla Donna?

E così per ogni Male.

Vox

giovedì 24 novembre 2011

Osservando La terra

I Picchi Azzurri, è stato bello e avventuroso tornarci anche se come sempre è faticoso.
Ho impiegato molto tempo a raggiungere di nuovo il pianeta terra; curioso questa volta il dove sia “sbucato”.. ma meglio sorvolare questa parte.

Prima di giungere in Italia, dove ora concentro al mia esperienza di ricerca, di comunicazione e di vita, rimango ad osservare l'intero pianeta per un tempo che va dal passato al Oggi.

Vista cosi, come la sto guardando ora, la terra appare davvero inquietante.
Poco di ciò che davvero la attanaglia riesco a percepire, ma quel poco basta per farmi capire che cos'è, o meglio che cosa può essere.

Duro dirlo ma da ciò che vedo la povera terra e aggrovigliata da radici forti e antiche che la attraversano e la stringono dentro e fuori; non è un bello spettacolo osservarle.

È solo una mia impressione ma sembrano esserci da più tempo della terra stessa, forse.
Ora capisco tante cose, e forse anche da che cosa sono alimentate, infatti credo che una buona parte di ciò che la alimenta si chiama persone.
In questo caso giocano il ruolo di gocce d'acqua che annaffiano radici e piante alimentandole continuamente, ma certo è che non sono né la sorgente né il giardiniere che le annaffia.

Mi chiedo se queste gocce d'acqua possono decidere di smettere di annaffiare queste malsane radici e i loro malsani germogli e in tal caso che cosa accadrebbe.


Vox

Missione ai "Picchi Azzurri"

Bello volare, mi trovo in luogo fuori dallo spazio e dal tempo da voi conosciuti.

Scivolo tra i cieli vibranti di energia e sorvolo una distesa azzurra, dove dei picchi durissimi sorgono alti qua e là.

Eccolo lo vedo, laggiù: la sua figura alta e marrone, ruvida anche da lontano.

Scendo silenzioso, mi nascondo tra due sporgenze alla base di un picco azzurro, e attendo paziente e in silenzio.

Deve aver perso tempo per fare qualcosa perché impiega troppo tempo per passare di qui, poi finalmente lo sento; i suoi passi da sordi.

È davanti a me, non si è accorto della mia presenza.
Un lampo scintilla dalla piuma sotto il mio manto in testa; come grosse e dure briciole parte di sé si sgretola con un sordo urlo.

Le sue possenti braccia su di me, stringono, una forza indescrivibile, ma non basta a stritolare il mio corpo, che non cede!

Sono stanco di aspettare una fine che non arriva e non deve arrivare, scelgo la via più logica; mentre la presa stringe di più, la bruna figura si ritrova a stritolare un manto che è tutto ciò che resta del suo avversario.

Cade a terra il manto, esulta il mio avversario, poi incuriosito solleva il manto ammucchiato a terra, vuoto.
Rimane perplesso, perplessità che gli costa caro; un colpo velocissimo e silenzioso, dal nulla, gli fracassa il capo, facendolo cadere esanime e sbriciolando il suo corpo marrone, forse senza nemmeno rendersi conto della sua sconfitta, della sua fine.

Raccolgo il manto, riassesto al mia forma e volo tra i picchi azzurri verso la terra, devo sbrigare molte cose lì.

Vox